Il 2021 si apre con un annuncio importante per il mondo cristiano: il Papa ha indetto un Anno Speciale dedicato a San Giuseppe, a 150 anni dalla sua proclamazione a Patrono della Chiesa Cattolica, riconosciuta dal Beato Pio IX.
Il 2021 è l’anno di San Giuseppe
Dopo il difficile 2020, in cui tutta la comunità cristiana e non è stata scossa dalla paura della malattia, dalla solitudine e dalle perdite familiari, l’essere umano ha ritrovato una grande risorsa che, nel tempo, aveva accantonato: se stesso.
Spoglio dei propri averi, degli impegni che lo esulano dalla conoscenza di sé e dalla contemplazione religiosa, l’uomo è entrato di nuovo in contatto con la propria parte più semplice, più umile, disposta ad aiutare il prossimo, noto o ignoto che sia.
Una descrizione che, a ben pensarci, è perfettamente in linea con la figura di San Giuseppe. Capofamiglia che rassicura, protettore della Vergine Maria, padre putativo di Gesù.
Un uomo umile che accetta una grande responsabilità: quella di proteggere la sua sposa e il figlio di Dio ad ogni costo. Questa sua missione, attribuitagli direttamente da Dio, fa di Giuseppe “il più Santo tra gli uomini”, a dimostrazione di quanto l’uomo può fare nel mettersi al servizio della volontà divina senza remore e senza dubbi.
Prima di essere stato un Santo, è stato un uomo
Ciò che bisogna ricordare di Giuseppe è proprio questo dettaglio: prima di essere un Santo, è stato un uomo. Un uomo silenzioso, dimesso, lontano dall’esaltazione e dall’essere protagonista assoluto, eppure sempre presente e fondamentale nel disegno dell’avvenire divino.
Giuseppe ha accettato una condizione che molti uomini avrebbero rifiutato, e l’ha fatto senza alcuna ombra di dubbio. Si è occupato ogni giorno della donna amata e di suo figlio, pur sapendo che non sarebbe mai appartenuto realmente a lui.
Un uomo di una generosità difficile da comprendere per la mente umana
o almeno per quegli uomini, troppi al giorno d’oggi, che mettono in primo piano i propri bisogni e desideri a discapito di quelli altrui.
Nella lettera scritta da Papa Francesco, per la proclamazione dell’Anno Speciale di San Giuseppe, si legge: “Il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni, rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto; rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo, confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione”.
L’Anno di San Giuseppe è allora un invito a perseguire questo obiettivo, guidati dallo spirito stesso del primo Padre di Famiglia della storia cristiana: aiutare gli altri senza sovrastare le loro necessità con le proprie, e rimettersi totalmente alla volontà di Dio per perseguire la tenerezza e la bontà in ogni propria azione.
Guarda le icone raffiguranti San Giuseppe:
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
Mt 1,16.18-21.24
“Κατεπλάγη, Ἰωσήφ, τὸ ὑπὲρ φύσιν θεωρῶν, καὶ
ἐλάμβανεν εἰς νοῦν, τὸν ἐπὶ πόκον ὑετόν, ἐν τῇ
ἀσπόρῳ συλλήψει σου Θεοτόκε, βάτον ἐν πυρὶ
ἀκατάφλεκτον, ῥάβδον Ἀαρὼν τὴν
βλαστήσασαν, καὶ μαρτυρῶν ὁ μνήστωρ σου καὶ
φύλαξ, τοῖς ἱερεῦσιν ἐκραύγαζε· Παρθένος
τίκτει, καὶ μετὰ τόκον, πάλιν μένει Παρθένο.”
“Stupì Giuseppe contemplando ciò che
superava la natura e riandava con la mente
alla pioggia sul vello per questo tuo
concepimento senza seme, o Madre di Dio e al
roveto ardente che non si consumava e alla
verga fiorita di Aronne; testimoniando il tuo
sposo e custode gridava ai sacerdoti: Vergine
partorisce e vergine dopo il parto permane.”