I paramenti sacerdotali della Chiesa Orientale di tradizione liturgica costantinopolitana

Vengono chiamati con il nome di “paramenti sacri”, quegli speciali indumenti che indossano gli uomini di chiesa durante le sacre celebrazioni. Questa consuetudine di distinguersi nella foggia dell’abito, durante la celebrazione dei sacri riti da qualsiasi altro momento della vita, si era diffusa ed affermata già durante i primi anni del Cristianesimo.

La distinzione dell’abito sacerdotale

La distinzione a partire dall’abito, si è sviluppata sia per la comprensione che per l’esperienza di ciò che si sta celebrando, che è qualcosa di diverso dalla routine della nostra quotidianità; cioè per farci capire e vivere che il mondo della celebrazione liturgica è qualcosa di molto importante e sacro. La distinzione dell’abito quindi ha anche un carattere prettamente ad honorem nei confronti di Dio e della sua maestà, essendo il Signore, il Re della Gloria.

Come si è venuta a creare

Nei primi anni del Cristianesimo non vi era nessuna distinzione di colore negli abiti liturgici. Principalmente gli abiti stessi, a guisa del colore dell’angelo che annunciò alle donne la Resurrezione di Cristo, furono nella maggior parte dei casi di colore bianco e molto semplici nella foggia. L’avvento delle feroci persecuzioni anticristiane, non permise una distinzione di abiti per ragioni di sicurezza. Sta di fatto però, che gli abiti liturgici non potevano essere destinati ad un uso al di fuori delle celebrazioni. Venne a crearsi quindi una distinzione nel vestire degli ecclesiastici, tra l’abito cosiddetto “corale” di uso quotidiano, ed il paramento sacro che viene utilizzato esclusivamente durante le celebrazioni dei sacri riti.

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