Il komboskini (in greco), o Chotki (in russo), è uno strumento religioso, precisamente di preghiera, le cui antiche radici trovano collocazione storica attorno al IV secolo dopo Cristo.
L’invenzione del komboskini e il suo scopo
La corda da preghiera, così come viene chiamato anche il rosario ortodosso, venne creato da San Pacomio che, durante il IV secolo dopo Cristo, assieme a diversi religiosi decise di recarsi nel deserto dell’Egitto per poter pregare senza mai essere interrotti.
Questo particolare strumento era simbolo della penitenza e dell’obbligo dei religiosi di quel tempo, reputati poi i primi monaci, il cui scopo finale era quello di seguire le parole di Dio, ovvero pregare in maniera incessante.
Durante il IV secolo molti religiosi erano analfabeti e proprio per tale motivo venivano recitati a memoria 150 salmi. Poichè era molto difficile, nel tempo i salmi sono stati sostituiti con altre preghiere, tra queste la più famosa giaculatoria è:
“Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio Vivente, abbi pietà di me peccatore”
meglio conosciuta come Preghiera del Cuore.
Come deve essere utilizzato il komboskini?
I metodi di utilizzo del rosario ortodosso sono due, ovvero quello durante la preghiera e quello che invece caratterizza il resto della giornata.
Nel secondo caso, ovvero quando non si deve pregare, la corda da preghiera deve essere avvolta attorno al polso sinistro, vicino al cuore. Questo per un semplice motivo: così facendo i fedeli che vogliono utilizzare questo strumento per pregare si ricordano di dover compiere questa semplice operazione, dato che il komboskini rimane nel polso sinistro.
Durante lo svolgimento della preghiera, invece, è necessario tenere il rosario ortodosso nella mano sinistra mentre, quella destra, deve necessariamente rimanere libera affinché sia possibile iniziare il percorso di preghiere effettuando il segno della croce.
Per tutta la durata il rosario ortodosso deve essere tenuto nella mano sinistra e al termine delle preghiere è necessario fare nuovamente il segno della croce, prima di rimettere il rosario nel polso sinistro ed essere poi usato per un nuovo ciclo di preghiere.
Da che materiali è composto il komboskini?
Questo strumento, sfruttato dai religiosi del periodo ma anche oggi facilmente acquistabile, viene realizzato con lana vergine. Tale decisione è stata presa per un semplice motivo, ovvero mettere in risalto la purezza che deve contraddistinguere questo oggetto: la lana vergine, infatti, è simbolo della purezza e in particolar modo dell’Agnello di Dio e proprio per tale motivo questo strumento viene realizzato con il suddetto materiale. In alternativa, per la creazione del rosario ortodosso vengono utilizzati fili di seta pura, i quali devono essere intrecciati tra di loro formando una serie di nodi. Il colore nero ricorda il dolore per le nostre ribellioni e le offese a Dio. Oggi esistono doversi tipi di komboskini che si contraddistinguono per la loro lunghezza e questo significa che un rosario religioso ortodosso può avere dai dieci nodi fino a superare anche le quattrocento unità.
Cosa rappresentano i nodi della corda da preghiera
Ogni nodo della corda rappresenta una giaculatoria che deve essere recitata: questo, ogni volta che viene effettuato, comporta che con la mano sinistra si tenga in mano il nodo e al termine della preghiera, prima di iniziare quella successiva bisogna spostare le dita che toccano il nodo verso quello successivo. Si tratta di una semplice usanza che permette di tenere il conto delle diverse preghiere che vengono effettuate: le dimensioni dei nodi stanno inoltre a indicare il tipo di salmo che deve essere espresso durante la fase di preghiera.
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
(Luca 18, 10-14)