Le misure anti Covid-19 hanno investito tanti aspetti del nostro quotidiano, del lavoro, del fare la spesa al mercato, del prenderci cura del nostro corpo e della cosa più preziosa che ci appartiene: la nostra anima. Non sono mancate, infatti, anche le misure che permettono il ritorno dei fedeli nelle chiese.
Sottoscritto il protocollo circa la ripresa delle celebrazioni liturgiche
Lo scorso 7 maggio 2020, la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha sottoscritto insieme al Governo Italiano un protocollo per le celebrazioni liturgiche. Al paragrafo 3.4 viene affermata la necessità di somministrare la particola consacrata da parte del celebrante o dell’eventuale ministro “senza venire a contatto con le mani dei fedeli”.
Si torna così all’uso della cosiddetta “pinzetta eucaristica” già utilizzata alla corte papale di Avignone nel XIV secolo, il cui utilizzo però era riservato agli alti prelati. In alcune località venivano utilizzati cucchiai di varia lunghezza ma il motivo alla base era sempre lo stesso: sanitario. Nel corso dei secoli, tuttavia, questa usanza è caduta in disuso. I nomi utilizzati variavano di luogo in luogo: forcipes, tenacula, furcheta.
Anche allora si trattava di strumenti utilizzati in periodi di epidemie di peste, lebbra e colera per permettere a tutti di ricevere il corpo di Cristo con dignità e in sicurezza, evitando così la diffusione del contagio tra i tanti fedeli.
Le pinzette eucaristiche tornano quindi nell’uso quotidiano nell’ambito liturgico e non è detto che rimangano anche dopo la fine dell’emergenza coronavirus.
Le altre misure comprese nel protocollo
- Ingresso in chiesa verrà regolato da volontari o collaboratori per favorire l’accesso e l’uscita e vigilare sul numero massimo di presenze;
- La distanza di sicurezza da tenere in chiesa è di 1,5 metri;
- Vietato l’ingresso a chi presenta una temperatura corporea superiore a 37,5 gradi, ma non è obbligatorio misurarla all’ingresso;
- Se la partecipazione attesa supera il numero massimo di presenze consentite, si può ipotizzare di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche;
- Le acquasantiere restano vuote;
- Le sagrestie andranno igienizzate regolarmente al termine delle celebrazioni;
- Si avrà cura di favorire il ricambio dell’aria;
- Al termine della celebrazione, gli accessori liturgici andranno disinfettati;
- Il celebrante o l’eventuale ministro straordinario avranno cura dell’igiene delle loro mani, indossato guanti monouso e mascherina;
- Nel caso in cui il luogo di culto non sia idoneo al rispetto delle indicazioni contenute nel protocollo di potrà valutare la possibilità di celebrazioni all’aperto.
Guarda le pinzette eucaristiche

Gesù guarisce un paralitico
Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
(Luca 5,17-20)
Inno dei Cherubini – O Cheruvìkòs ‘Imnos – χερουβικὸς ὕμνος
Coro Polifonico Bizantino “San Nicola di Mira” della Cattedrale di Lungro (CS)
L’Inno dei Cherubini è un meraviglioso inno inserito solitamente nella liturgia delle Chiese cristiane d’Oriente. È cantato da un coro che rappresenta spiritualmente gli angeli nel momento in cui sono portati all’altare i doni del pane e del vino. L’offerta viene quindi solennizzata proprio dall’inno che simboleggia la concelebrazione della liturgia terrena con quella celeste.
Testo del canto:
“Noi che misticamente rappresentiamo i Cherubini e alla Trinità vivificante cantiamo l’inno “Tre volte santo”, deponiamo ora ogni sollecitudine mondana affinchè possiamo accogliere il Re dell’universo, scortato invisibilmente dalle angeliche schiere. Alleluia, alleluia, alleluia.”
«Οι τα χερουβείμ μυστικώς εικονίζοντες, και τη ζωοποιώ Τριάδι τον Τρισάγιον ύμνον προσάδοντες, πάσαν νυν βιοτικήν αποθώμεθα μέριμναν, ως τον Βασιλέα των όλων υποδεξόμενοι, ταις αγγελικαίς αοράτως δορυφορούμενον τάξεσιν. Αλληλούϊα,Αλληλούϊα,Αλληλούϊα.