Il Calice sacerdotale è un calice, spesso realizzato in oro, con una base decorata in rilievo e una coppa capiente dorata che, nel rito cattolico, durante la transustanziazione accoglie la conversione della sostanza del vino nella sostanza del Sangue di Cristo.
Perché un calice, e non un normale bicchiere? In realtà, in latino, la parola calix identifica qualsiasi tipo di bicchiere. È poi nella traduzione della lingua italiana che viene assimilato al calice attuale, considerandolo come il contenitore in cui, per la tradizione cristiana, Gesù consumò il vino durante l’Ultima Cena.
Simbolo di Comunione
Così il calice sacerdotale diventa simbolo di Comunione, di condivisione tra Dio e gli uomini, di obbedienza a Gesù, e di salvezza per tutti coloro che, bevendo dal calice, accettano lo Spirito Santo e la presenza del Creatore nella loro vita.
Il Liber Pontificalis, un testo che contiene diverse note biografiche scritte dai Papi del IX secolo, identifica tre tipi diversi di calice, a seconda del loro utilizzo: consacrazione del vino, distribuzione dell’Eucarestia, uso decorativo e votivo.
Classificazione dei calici
Nel corso dei secoli, tuttavia, la classificazione dei calici è andata cambiando, adattandosi alle nuove esigenze della liturgia e alla necessità di avere una lista di calici più generica e meno stretta.
Oltre ai calici sempre presenti in ogni chiesa, ogni prete ha a disposizione altri tipi di calice, da poter portare con sé in differenti occasioni:
- del seminarista, non consacrati, utilizzati per insegnare ai seminaristi la celebrazione eucaristica;
- viatorio e calice del missionario, dalla dimensione ridotta, utilizzati per i viaggi;
- con campanelli, diffuso nelle chiese spagnole;
- papale, riservato al Papa, dotato di un coperchio di chiusura.
La struttura e la forma del calice sacerdotale
Così come per le sue funzionalità, il calice ha conosciuto grandi cambiamenti per quanto riguarda la struttura e la forma. Oggi conosciamo un calice composto da un piede decorato fino alla coppa, con un punto centrale sporgente sul manico detto nodo, e una coppa liscia con un sottocoppa altrettanto decorato.
Le misure possono variare, da un minimo di 16 ad un massimo di 28 centimetri, con una media di 22 centimetri per lunghezza e 25 centimetri di diametro per la coppa.
Il calice può essere d’oro o d’argento, ma in quest’ultimo caso deve comunque essere dorato all’interno della coppa, poiché entra a contatto con il vino che simboleggia e raccoglie il Sangue di Cristo.
Lo stile, mutato nel tempo, si differenzia oggi per calici meno barocchi e più lineari; alla grande quantità di decorazioni del passato si sostituiscono delle incisioni su tutta la lunghezza del piede.
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13 Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Salmi 115