L’accensione del Cero Pasquale nella liturgia romano-cristiana come in quella italo-bizantina, ha un elevato valore spirituale. Simbolo di speranza e di fede, accomuna in qualche modo i due riti.
Indice
Il Cero Pasquale per la comunità cristiana
Il Cero Pasquale nella liturgia cristiana ha un significato molto profondo. Simboleggia la luce di Cristo che, dopo la Passione e la morte, risorge per salvare l’uomo fragile, corrotto e ottenebrato dal male. Il cero rappresenta la grazia e l’amore Divino, il perdono e la speranza, la sconfitta della morte per un risveglio nella luce Eterna.
Il giorno della Vigilia di Pasqua, la comunità cristiana si riunisce sotto il bagliore del cero rinnovando questa promessa e glorificando la vittoria di Cristo sulle tenebre e sul peccato. Il sacerdote che celebra la liturgia incide sul cero una croce, un’alfa e un’omega, rispettivamente prima ed ultima lettera dell’alfabeto greco, ad indicare che Gesù è principio e fine di tutte le cose. Riporta anche l’anno corrente per marcare il fatto che Cristo non ha tempo, vive nella quotidianità in mezzo a noi.
Dopo il rito, ha inizio la processione che vede il Cero Pasquale in testa portato dal diacono cantore, mentre i ministri e i fedeli costituiscono il corteo con in mano una candela. Durante la processione, il cero viene sollevato tre volte (all’inizio, all’ingresso della Chiesa e davanti all’altare), cantando Lumen Christi mentre il popolo risponde Deo gratias.
Dopo la seconda invocazione, i ministri accendono le proprie candele direttamente dal cero diffondendo un potente bagliore sulla comunità ad indicare che l’uomo non è solo. La luce di Cristo si distingue dalle tenebre, Gesù salva i fedeli smarriti e peccatori indicando loro la retta via.
Utilizzi del Cero Pasquale
Il Cero Pasquale viene utilizzato anche in altre celebrazioni come:
- Il battesimo. Uno dei genitori del piccolo pronto a ricevere il Sacramento accende la candela bianca direttamente dal cero. Con questo gesto si impegna assieme al coniuge, alla madrina o al padrino, affinché il bambino continui a camminare nella luce di Cristo.
- Nelle esequie. Il Cero Pasquale acceso simboleggia la Resurrezione di Cristo e del mistero sulla morte, ricordando che un giorno anche noi risorgeremo nella gloria di Dio Padre.
- Durante la Veglia Pasquale. Protagonista della Settimana Santa, il Cero Pasquale viene spento solo mentre il parroco legge il passo del Vangelo che descrive nel dettaglio la Passione e morte di Gesù.
L’importanza del Cero Pasquale nel rito bizantino
Il Cero Pasquale nel rito bizantino assume un significato differente, indicando l’approssimarsi della Resurrezione vespertina di Gesù, nostro Signore e Salvatore. La liturgia italo-bizantina della Settimana Santa (o Grande) spicca particolarmente per la diversa impostazione del rito, rispetto a quello cattolico romano. Abiti dell’epoca, canti e preghiere fanno da sfondo ad un Triduo solenne ed emozionante. Il Cero Pasquale viene acceso il Sabato Santo e rappresenta la Luce di Cristo, ricordando la colonna di fuoco con cui Dio guidava il suo popolo liberato dalla schiavitù d’Egitto e dalle tenebre, verso la terra della libertà.
La luce del Cero Pasquale, viene accesa dalla lampada perenne che arde nottetempo nel Santo dei Santi (Vima) al canto del Dhefte Lavete Fos, (Venite, prendete la luce, dalla Luce, che mai tramonta, e glorificate Cristo che risorge dai morti) e distribuita a tutti i fedeli già presenti in una Chiesa al buio; indica Gesù che conduce i credenti verso la vera Pasqua. Viene così diffuso il bagliore in tutto il tempio esplodendo nel tradizionale inno del Christos Anèsti che canta il trionfo di Cristo sulla morte. Il cero è il frutto tangibile del lavoro instancabile delle api e allo stesso modo la Chiesa risplende della gloria di Dio.
Il Cero Pasquale: frutto di api laboriose e ricchezza della natura
Il Cero Pasquale, indipendentemente dalla liturgia (romana oppure bizantina), viene realizzato con una certa percentuale di pura cera d’api, un materiale usato da secoli per illuminare le celebrazioni eucaristiche.
Estremamente nobile e versatile, la cera d’api viene ricavata dal duro lavoro delle api, appartenenti al genere Apis. Secreta sotto forma di scaglie sottili, viene poi modellata e personalizzata al fine di ottenere candele o ceri. Mantiene un leggero odore aromatizzato e non sprigiona cattivi odori. I ceri realizzati con questo straordinario materiale vengono apprezzati in particolar modo dalle chiese ortodosse perché bruciano in maniera pulita, senza produrre troppo fumo, senza gocciolare oppure emanare cattivi odori, magari troppo pungenti.
Ideale per realizzare i Ceri Pasquali, questo materiale garantisce una luce soffusa, accogliente, calda e in grado di favorire il raccoglimento spirituale. Tutti i Ceri vengono realizzati eseguendo la lavorazione come raccomanda la tradizione artigianale. Molti di essi vengono arricchiti con decorazioni preziose e applicazioni in foglie d’oro.
Simbolo di speranza e di nuova luce, il Cero Pasquale può essere realizzato in modelli differenti, lavorato e dipinto a mano. È un piccolo gioiello capace di fornire un faro di speranza ai fedeli durante la Vigilia di Pasqua, ma anche in altri riti liturgici.
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Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
Giovanni 8, 12